Primo punto della situazione dell’anno per parlare in realtà di quello che è uno dei punti fondamentali della vita di ogni freelance: l’organizzazione e – nello specifico – il planning.
Il primo mese del 2019 è ormai terminato e mi sembra contemporaneamente volato via e infinito. Solo tre giorni ci separano dall’inizio di febbraio e, anche se il freddo è ancora pungente, sento aria di primavera.
A FINE 2018
Quand’è terminato il 2018 ho tirato le somme dell’anno trascorso, come tutti.
Sono stati 365 giorni molto intensi, di alti e bassi: ho fatto cose che non avrei creduto possibili all’inizio dell’anno e sono precipitata in baratri che sembravano senza fine da cui è stato davvero difficile risalire.
Ho compiuto la scelta radicale di smettere di essere una lavoratrice freelance e contemporaneamente una lavoratrice dipendente (niente più cattedra di educazione musicale quest’anno) e ne sono felice, anche se non c’è giorno in cui non mi tremino le gambe.
Devo ammettere che il confronto con i ragazzi, però, mi manca e non escludo di creare occasioni per riprendere il contatto con chi la musica la vive in modo così diverso.
Buona parte del mese di dicembre l’ho impiegato dividendomi tra questioni burocratiche relative al festival inco_ntemporanea e la pianificazione del 2019, che per la prima volta ho fatto con un metodo serio e collaudato, quello di Gioia Gottini (il suo corso sul planning è online e lo consiglio vivamente!).
PERCHE’ PIANIFICARE
Questo corso ti costringe a fare i conti con la realtà e – sia che tu sia un’inguaribile ottimista o un pessimista cronico – ti garantisco che non è semplice.
Si lavora sul tempo, quello che abbiamo a disposizione davvero, e sui soldi, questione spinosa di fronte a cui automaticamente io mi sento a disagio.
Soprattutto, però, si lavora sull’idea di business che vogliamo avere: oggi il nostro business è in una determinata situazione, come voglio che sia tra 365 giorni? Cosa posso (devo!) fare per arrivare a quell’obiettivo?
Di certo non renderò pubblico il mio planning, con tanto di previsioni economiche e calendari editoriali di ogni genere e tipo, ma vorrei condividere alcuni punti fondamentali per cui già in questo primo mese ho mosso i primi passi.
1. LA SETTIMANA STANDARD
Se lavorare da freelance offre il vantaggio di poter gestire al meglio il proprio tempo, è anche vero che una routine ha vantaggi notevoli: aiuta a concentrarsi, permette di ottimizzare i tempi e di prevedere (per quanto possibile) gli impegni su cui si lavorerà di giorno in giorno.
Ho quindi deciso di scandire la mia settimana in maniera piuttosto regolare, per dedicare mattinate e pomeriggi prestabiliti a attività definiti.
Non sempre è semplice, ma in questo mese di prova devo dire che il bilancio è positivo.
2. DEFINIRE ANCHE LE PAUSE
Un mio grande difetto è quello di non concepire il concetto di pausa, finché il mio corpo non arriva al limite e generalmente mi stende senza spazio di manovra.
Questo non è giusto oltre che per il fisico anche per il lavoro: essere produttivi non significa lavorare sempre, ma lavorare bene; lavorare bene vuol dire anche saper riposare e staccare.
Nel 2018 io e Matteo – con cui condivido ufficio, casa e anche il resto della vita – non ci siamo concessi i weekend; non intendo weekend fuori, in viaggio, ma proprio weekend. La domenica comunque il computer si tirava sempre fuori, per non parlare del sabato (giorno lavorativo a tutti gli effetti!); nel planning 2019 almeno un giorno alla settimana è di stop, per me è una grande conquista.
Nelle pause sono comprese le vacanze: nel 2019 vorrei farne almeno due mini (speriamo!).
3. PLANNING ECONOMICO

Sì, bisogna fatturare. Guadagnare.
Questo significa rimanere in pari con le fatture, contattare chi è in ritardo con i pagamenti e avere un rapporto regolare con il commercialista (la mia, santa subito, è la donna più paziente del mondo!).
Ho fissato un giorno al mese anche per questa maledetta amministrazione, con cui prima o poi conto di fare pace.
4. FORMAZIONE: MAI DIMENTICARLA
Come già spiegato in un altro post, la formazione è un tassello fondamentale della vita di ogni freelance.
La mia è trasversale: una parte è prettamente musicologica, che deve continuare nonostante io attualmente non abbia legami formali con il mondo accademico; l’altra parte è decisamente più concreta e riguarda gli aspetti relativi alla comunicazione, al marketing e al fundraising di cui mi occupo per la mia attività.
Ho destinato alla formazione un intero giorno alla settimana più circa un’ore e mezza al giorno; purtroppo non è semplice mettere in atto questa parte del mio planning, ma certamente voglio riuscirci!
Inoltre, a questo proposito, ho ormai scelto quanto e su cosa investire, penso ne parlerò per i primi bilanci appena possibile.

L’anno, quindi, sembra già essere in pieno svolgimento, pur essendo ancora tutto da scrivere.
Si tratta di un momento d’oro in cui progettare è stimolante ma inizia già a essere tardi, quindi serve muoversi.
Eccolo, il mio oggi.
Febbraio, ti aspetto a braccia aperte.