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LE NOVITA’

I primi due mesi del 2019 sembrano essere la sagra dei cambi di programma.
Alla fine del 2018 il planning per il primo trimestre era fissato: avevo lasciato un po’ di elasticità come imparato grazie al corso di Gioia Gottini, ma non pensavo ne sarebbe servita così tanta.

BASTA UN POCO DI ZUCCHERO

Quello che si dice “addolcire la pillola” non ha mai fatto al caso mio: ho sempre preferito messaggi diretti, chiari; prese di posizione; scelte.
Sì/no.
Dentro/fuori.
La vita lavorativa di un freelance è fatta di scelte, alcune si cullano e si riflettono per mesi, altre invece vanno prese subito, rapidamente.
In entrambi i casi ho sempre preferito scegliere una via, non tenere un piede in una scarpa e l’altro nell’altra.

QUELLO CHE SAPEVO

Quando ho lavorato sul planning, ho capito che alcuni dei miei servizi costavano troppo poco: l’ho capito perché la mole di lavoro che richiedevano non era proporzionata al prezzo che avevo dato.
Sembravano prezzi di lancio, prezzi speciali, ma non li erano.
Lavorare per meno di quanto sia il giusto prezzo è controproducente, sia per chi fornisce il servizio, sia per chi lo acquista: se il servizio costa troppo poco rispetto a quanto dovrebbe il freelance è costretto a vendere un maggior numero di servizi e quindi a dedicargli minor tempo, con la sensazione di frustrazione che deriva dal dover svolgere un lavoro non nelle migliori condizioni. Il cliente, a sua volta, non ha giovamento da un prezzo non equo: mia nonna, camiciaia da cui ho imparato molto – anche se indirettamente – in merito all’essere libera professionista, diceva sempre “chi più spende, meno spende”: questo concetto è più che mai reale anche nel mio ambito. Acquistare un servizio che riguarda la comunicazione del tuo progetto artistico o culturale, oppure l’organizzazione dello stesso, significa investire sul tuo progetto: si tratta di un investimento cruciale, spesso a lungo termine. Scegliere di risparmiare su questioni così importanti per lo sviluppo di una proposta è sicuramente una scelta poco lungimirante.
Avevo programmato quindi di cambiare i prezzi e modificare alcune mie offerte dal mese di marzo, ed ecco che ci siamo: nelle varie voci sulla pagina “Come lavoro” trovi tutto, in particolare qui puoi vedere la nuova offerta – che ho chiamato “Pop” – che in tanti mi hanno chiesto di realizzare, anche se non era citata tra i miei servizi.

foto: Christiane Nuetzel per unsplash.com

QUELLO CHE NON SAPEVO

Non sapevo che la mia scelta di dedicarmi alla cultura e in particolar modo alla musica, in una città di provincia come Piacenza, da libera professionista, poteva essere considerata una scelta coraggiosa.
Per me è stato un passaggio meditato e a tratti sofferto, dopo esperienze lavorative da dipendente che mi hanno fatto capire quanto io non fossi tagliata per quei ruoli; da un certo punto di vista è stato inevitabile: fin da bambina ho sempre avuto interesse nella musica e non ho mai immaginato una vita senza.
Quando diversi mesi fa sono stata contattata da Giovanna Palladini per prendere parte a un progetto intitolato “Il coraggio delle donne” , mostra fotografica itinerante dedicata alle donne che scelgono di vivere vite fuori dall’ordinario, senza bisogno di gesti eclatanti, mi sono molto emozionata.
Attraverso gli scatti di Serena Groppelli – che ha fatto anche la foto che apre questo post, facendomi sentire a mio agio e riuscendo a farmi divertire – si parla di un coraggio quotidiano di donne che hanno fatto scelte guidate dalla consapevolezza di loro stesse e della persona che avrebbero voluto diventare; donne che hanno paura, ma che sanno attraversarla, donne che sanno sfidarsi, cadere, rialzarsi, disegnare una nuova via.

Questo è stato uno degli imprevisti di questi mesi, un’occasione incredibile per riflettere su me stessa, sul mio lavoro, le mie scelte.
Un modo di confrontarmi con altre donne, tutte piene di energia e pronte a mettersi in gioco.
Non ringrazierò mai abbastanza Giovanna per avermi coinvolta!
La mostra inaugura sabato 9 marzo al capannone Rita Atria a Calendasco (PC), un luogo altamente simbolico perché confiscato alla mafia e ridato alla comunità.

UNA NUOVA PRIMAVERA

Non so cosa aspettarmi, in realtà, dalla stagione che sta arrivando che è da sempre la più emozionante e incredibile.
So che ho una storia da scrivere, un percorso da tracciare su cui ci saranno sicuramente alcuni inciampi, ma che saprà stupirmi: so che sono pronta a lavorare per essere la versione migliore di me stessa, intrecciando sempre più il lavoro e la mia vita, perché penso che non potrei fare altrimenti e alla fine il bello è proprio questo.

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