Se è vero che il 2016 non è stato il mio anno, devo dire che però mi ha dato modo di riflettere molto, di confrontarmi con realtà scomode e di guardarmi allo specchio per chiedermi dove volessi andare davvero. Ah, quante cose!
Non voglio però ricordarmi il 2016 come l’anno del delirio, voglio piuttosto che diventi un punto di partenza da cui ricominciare a lavorare per costruire giorni più in linea con i miei sogni e obiettivi.
Lasciando perdere questioni strettamente personali, ho pensato allora di scrivere qualche riga per concentrarmi sulle cose belle dell’anno scorso, lavorativamente parlando; naturalmente ne è nata una lista, che racchiude cose fatte e cose imparate.
- Ho tenuto delle conferenze all’orario dell’aperitivo, in cui parlavo di musica del Novecento che le persone avrebbero potuto ascoltare durante i concerti del Val Tidone Festival. L’esperienza è riuscita, la gente ha partecipato e il tono informale ha dato al lavoro una marcia in più.
Spiegare la musica serve, non c’è niente da dire. [E a me piace molto, of course!]
- Ho scelto di lasciare un posto di lavoro che avevo atteso per diversi mesi. È successo, non è stato facile da gestire per me, ma è stata una scelta inevitabile, per una serie di questioni personali che non avrei potuto gestire stando lontana da casa. Non l’ho vissuta bene, né prima della scelta, né dopo. I sensi di colpa pesano e – in generale, al di là di questo – devo ancora imparare a gestirli.
Cosa è successo dopo? Che si va avanti.
Cosa ho imparato? Che nella vita è questione di priorità, e se ci si prende un po’ di tempo per riflettere in silenzio, si capisce che strada prendere. Poi ho anche imparato che la chiarezza è un valore inestimabile e aiuta a gestire qualunque situazione.
E dopo mi sono rialzata. È come quando si cade e ci si sbuccia seriamente un ginocchio la prima volta, da bambini: un grande spavento, un forte bruciore, la ferita che fatica a guarire e richiama la nostra attenzione per un po’ di tempo e poi tutto passa, ma ci ricordiamo sempre bene dove, quando e perché siamo inciampati. - Ho fatto una scelta di pancia che ha portato risultati positivi. A inizio 2016 ho partecipato ai primi incontri del progetto Soundround, senza sapere cosa fosse. Ho ascoltato, ho capito che era una
bella opportunità, mi è venuta un’idea e l’ho proposta.
Ho raccontato di Maderna e della sua Serenata per un satellite a ragazzi con una formazione diversa dalla mia, che non sapevano che nel Novecento fosse esistita “un’altra musica”; ho visto l’interesse nei loro occhi che in poco tempo si è trasformato in idee e attività. Abbiamo messo in piedi una serata strepitosa di cui ho già raccontato, che è stata l’occasione per conoscere e iniziare a lavorare con il collettivo_21. - Sono entrata a far parte del collettivo_21 dopo la serata di agosto: ho imparato che a volte le persone giuste sono dietro l’angolo, bisogna solo lanciarsi in esperienze nuove per incontrarsi per strada. Il collettivo mi coinvolge appieno, in tutti gli aspetti programmatici e organizzativi, c’è molta carne al fuoco e prestissimo presenteremo un progetto con i fiocchi, che avrà bisogno di una mano per partire, quindi seguite la pagina Facebook e il sito per restare sempre aggiornati!
- Ho scritto recensioni per il Corriere Musicale, ho imparato a dare più peso ai particolari, a non aver paura di dire la mia e sto lavorando molto su uno stile che non sia troppo leggero, ma nemmeno eccessivamente accademico.
- Ho scritto note di sala con molto piacere e, sempre con il collettivo_21, ho presentato una serata con un programma davvero impegnativo e denso al Museo del Novecento, di fronte a una sala piena. Devo ancora lavorare molto sull’ansia, ma sono ottimista.
Ho imparato [diciamo che ho avuto conferma] che fare essere parte di un gruppo che condivide intenti e ideali rafforza lo spirito e amplifica la soddisfazione per i progetti comuni.
Qui sotto vi lascio un file scaricabile, per fare una lista delle cose belle dello scorso anno e di quello che vi hanno insegnato. Io la mia l’appenderò il studio, perché è da qui che voglio ripartire e non dagli sbagli e dalla negatività.
Siamo già nel pieno di un nuovo percorso, è l’ora giusta per chiudere la porta sul passato infilando nel nostro bagaglio solo i bei ricordi!
C.