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CAMBIARE PROSPETTIVA // ESSERE SLASH WORKER

Acta, l’associazione dei freelance italiani, con un’indagine all’inizio del 2018 ha stabilito che ben l’80% dei lavoratori autonomi possono essere definiti “slash workers”, ossia professionisti il cui mestiere si compone di parti differenti che non possono essere descritte in una sola parola.
Questo è più che naturale, vista la forte interconnessione tra diverse professioni, tra le quali i confini sfumano facilmente; bisogna però evidenziare che spesso questa condizione è dettata dalla vera e propria necessità – più che mai concreta di mantenersi e spesso un solo lavoro non basta.

MA COSA VUOL DIRE DAVVERO ESSERE SLASH WORKER?

Quando la nostra professionalità è fatta da diversi aspetti che spesso scivolano l’uno nell’altro ma che non si escludono vicendevolmente, non possiamo usare una sola parola per definirci, allora ecco che compare lo slash /.
Ad esempio io mi occupo di musicologia / organizzazione musicale / comunicazione per la musica e la cultura.
Sono tre attività differenti, l’una mi serve per l’altra, anche se non sempre.

PERCHE’ NON SCEGLI?

Sono tanti i motivi che possono portare un freelance a scegliere di essere uno slash worker, o a ritrovarsi ad esserlo.
Siamo sinceri: non tutti sono guidati dalla consapevolezza.
A volte si diventa slash worker per paura e/o per necessità; essere freelance non è una passeggiata e, specialmente agli inizi, fare più cose permette di avere più entrate. Non si tratta di essere falsi o vendersi per quello che non si è, ma di sfruttare al massimo le proprie risorse; se non hai abbastanza clienti con una sola delle cose che sai fare, allora magari potrai fare l’altra (analoga) che può portarti ad avere un’entrata che renda la vostra vita sostenibile, a fine mese. Se l’essere slash worker è guidato solo da questa motivazione, estremamente concreta, probabilmente la tendenza sarà quella di voler abbandonare questo tipo di impostazione lavorativa al più presto.
In realtà, essere slashworker può essere anche una decisione organizzativa, per dare spazio a più propensioni o interessi relative al proprio campo lavorativo.

foto: Radek Grzybowski per unsplash.com

UNA COSA NON ESCLUDE L’ALTRA, MA LE GIORNATE HANNO SEMPRE LA STESSA DURATA

Quando devo raccontare cosa faccio ci vuole sempre un po’: mi occupo di musicologia – e lì bisogna spiegare di cosa si tratta -, scrivo saggi e articoli, ma buona parte del mio lavoro riguarda la comunicazione e l’organizzazione di eventi culturali, prettamente musicali. In questo la musicologia c’entra, perché le competenze specifiche sono funzionali a una buona programmazione, ma contemporaneamente è per me necessario sfruttare altre capacità, che ho sviluppato con l’esperienza ma anche con uno studio parallelo, continuo. Poi c’è la formazione, un altro ambito dal quale per ora non voglio assolutamente staccarmi: amo insegnare e sebbene abbia scelto di non farlo più in maniera continua, come lo scorso anno nella mia esperienza nei panni di professoressa delle scuole medie, ho implementato questa parte del lavoro con progetti specifici, di cui magari racconterò qui. Insegno quello che so, sia musicalmente che per quanto riguarda l’organizzazione e la comunicazione: credo che la condivisione del sapere sia alla base di una buona professionalità.
Amo molto tutti i miei lavori – anche se con alti e bassi, come in ogni storia d’amore – e penso che se qualcuno potesse appassionarsi tanto quanto me a una delle materie di cui mi occupo potrebbe vivere a sua volta un’esperienza positiva.
Bisogna poi fare i conti con il tempo: se sei slash worker organizzarsi è fondamentale per non soccombere ai mille impegni.

ESSERE SLASH WORKER MI DEFINISCE?

Penso che il lavoro sia una parte fondamentale dell’esperienza umana: passiamo la maggior parte del nostro tempo a lavorare e fare qualcosa che non ci rispecchia è estremamente faticoso.
Lo so perché l’ho fatto, più e più volte, in varie occasioni.
Per ora essere slash worker mi definisce, ma non so se sarà sempre così: il lavoro, specialmente se sei libero professionista, cambia con te e devi essere a tua volta pronto a modellare la tua realtà in modo che rispecchi il più possibile le tue esigenze e propensioni.
Non sempre è semplice, ma trovo sia una motivazione sufficientemente concreta all’essere slash worker, almeno per me.

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