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CAMBIARE: FARLO SENZA PAURA.

All’inizio di questa settimana ho comunicato sui social [Facebook, Instagram e LinkedIn] che il mese di febbraio sarà l’ultimo in cui i miei servizi avranno questi prezzi, perché da marzo farò dei cambiamenti.
Prima di farlo ci ho pensato molto bene, per due motivi:
– si parlava di soldi, tema di cui non tratto quasi mai (ma sbaglio)
– prima di un cambiamento c’è sempre un po’ di paura; comunicare che il cambiamento avverrà significa che si dovrà cambiare davvero.

I RETROSCENA

Alla fine del 2018 mi sono concentrata sul mio planning che, come ho già raccontato, prevede anche una parte economica da cui è impossibile scappare: bisogna fare i conti, capire a che punto si è, com’è andato l’anno precedente e come vorremmo che andasse quello per cui stiamo progettando.
Non è stato un passaggio semplice per me che di soldi non sono un’esperta e che con i conti non vado troppo d’accordo.
Più che per l’inevitabile approccio con la matematica, però, il planning economico è difficile perché ti costringe a un confronto aperto con te stessa e impatta conseguentemente anche sulla comunicazione verso i clienti, attuali e potenziali.

TUTTE LE SCUSE SONO BUONE

Quando ho iniziato a lavorare come libera professionista e ancora non sapevo in realtà di esserlo – inizialmente non avevo ancora aperto Partita Iva – mi sembrava incredibile poter svolgere alcuni lavori proprio nell’ambito che avevo studiato per così tanti anni, così ho accettato di essere sottopagata. Più volte. La maggior parte di queste, sbagliando.
Questo tema è molto spinoso, perché non si tratta solo di questioni economiche ma di consapevolezza del proprio valore e delle proprie competenze.

foto: Emma Matthews per unsplash.com

PARLARE DEL CAMBIAMENTO, PER NON POTERLO EVITARE

Ho messo nero su bianco quello che avrei voluto fare in questo 2019; i piani per certi versi stanno già cambiando ma un buon planning comprende gli imprevisti.
Ho deciso su cosa investire e anche quali dei servizi che offrono non avevano un prezzo davvero adeguato. In breve, ecco su cosa mi sono basata:
– l’esperienza: in questi anni ho imparato molto, ho fatto anche diversi errori che mi hanno insegnato tanto. Esperienza vuol dire crescita e crescita vuol dire maggior consapevolezza e competenza. Non sono più la professionista di quando ho iniziato, ora ho mezzi diversi con cui seguire i miei clienti.
– Il tempo: ho capito che spesso ho sottostimato il tempo che impiego davvero a fare le cose. Di recente Enrica Crivello ha fatto un vlog in cui viene filmata una giornata di lavoro: ci sono dentro molte meno cose di quanto uno dal di fuori si può immaginare. Un dato di fatto, poco affascinante ma molto concreto.
– Ciò che serve al mio target: non solo saranno rinnovati i prezzi, ma cambieranno alcuni dei servizi che offro. Non ci si può basare solo su quello che noi come libere professioniste vorremmo fare, ma anche e soprattutto su quello di cui il nostro target ha bisogno. Con l’esperienza – sì, proprio lei, di nuovo – ho capito che alcuni dei miei servizi vanno implementati, altri invece possono essere tolti o comunque messi meno in luce.

Per chi, come me, ha paura a fare quel passo con il quale sembra di dire “Se vuoi lavorare con me, la cifra è questa” o comunque quel passo un po’ rischioso in cui la strada non è molto chiara, la condivisione degli intenti è un’ottima arma per obbligarsi in qualche modo a portare a termine i propositi che sentiamo così difficili.
Sono curiosa di scoprire se anche tu fatichi a rapportarti al cambiamento e/o che rapporto hai con i prezzi, se sei un libero professionista; se vuoi condividere impressioni su questi temi, scrivimi!

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